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Politiche globali, giovani leader e gestione del cambiamento: l’intervista a Giulia Di Donato, Mentor M4U e Co-Founder @ Officine Italia

di Team Editoriale | M4U

Giulia è Consulente per lo Sviluppo Sostenibile e l’Equità Intergenerazionale delle Nazioni Unite (in particolare per il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo in Viet Nam). Giulia è Co-Founder di Officine Italia, e membro, tra gli altri, della Young Ambassador Society (YAS) e del Comitato di Pilotaggio di Ecosistema Futuro, iniziativa promossa dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

In base alla tua esperienza come giovane leader internazionale, quali strategie consiglieresti per aiutare i Mentee a trasformare momenti di crisi in opportunità di crescita?

Tutte e tutti affrontiamo momenti di “crisi”, momenti in cui sentiamo di vacillare, momenti di incertezza, sofferenza, delusione, “fallimento”. Fa parte della vita e del nostro percorso di crescita personale e professionale. Utilizzo le virgolette, perché il modo in cui definiamo questi momenti è spesso sbagliato, o parziale, e dipende dal nostro personalissimo punto di vista, dai nostri obiettivi, dalle nostre prospettive e aspettative su noi stessi, e da come interpretiamo la realtà che ci circonda. Questi momenti, inaspettati e che scombinano in qualche modo i nostri piani, sono preziosissimi, perché spesso è proprio da qui che possiamo (ri)partire per metterci in gioco o in discussione, uscire dalla nostra zona di confort e affrontare quello che la vita mette lungo la nostra strada costringendoci a stare “scomodi”. Ma soprattutto è da questi momenti che possiamo astrarre gli insegnamenti più importanti e trasformativi, che faranno parte del nostro bagaglio per sempre. Il mio consiglio è imparare a riconoscere questi momenti e non fuggirli, ma viverli e affrontarli con consapevolezza, anche con un supporto e aiuto esterno se necessario. E naturalmente, parlando soprattutto della sfera professionale, condividerli con la propria o il proprio Mentor.

Come il Mentoring può supportare i Mentee nello sviluppare una resilienza personale e professionale per affrontare le sfide globali, come crisi economiche o emergenze climatiche? In che modo il tuo coinvolgimento in iniziative giovanili come il Y7 Summit ti ha ispirato a promuovere la resilienza e l'adattabilità attraverso il Mentoring?

Le sfide globali che caratterizzano la realtà che ci circonda, come crisi economiche ed emergenze climatiche, ci appaiono così complesse, connesse e intrecciate tra loro, e tanto più grandi di noi da farci sentire impotenti, frustrati, disillusi verso il futuro, fino ad arrivare a volte a colpire la nostra salute mentale e sfociare in veri e propri disturbi come l’eco-ansia. Nell’ambito del Mentoring, un primo passo è sicuramente quello di stabilire una conversazione sincera e aperta. Instaurare un clima di fiducia e condivisione permette al Meteee di raccontare liberamente le proprie preoccupazioni, incertezze e dubbi su quello che abbiamo intorno, e al Mentor di calibrare il proprio supporto e provare a “unire” i puntini.

Il Y7 Summit – io ho avuto la fortuna di partecipare sia al Summit del 2023 in Giappone come Delegata italiana sul tema sostenibilità ambientale, sia al Summit del 2024 organizzato sotto la Presidenza italiana come organizzatrice delle negoziazioni tra delegati – mi ha permesso di partecipare ad un processo molto stimolante e complesso, in cui far convergere priorità, obiettivi, prospettive e visioni del mondo diverse – anche se non diametralmente opposte, parlando di Paesi del G7. Soprattutto durante il Summit in Italia, dovendo facilitare le negoziazioni – che significa, condivisione di priorità e agende, lavoro di ricerca, interazioni e dibattiti, consultazioni, e raggiungimento di accordi - tra delegati di altri Paesi, mi sono impegnata a supportare tutti i giovani coinvolti nel processo cercando di trasmettere loro quanto imparato nelle mie esperienze all’estero: avere una mente aperta ed essere accoglienti, perché provare a mettersi nei panni degli altri, andare oltre gli stereotipi e capire prospettive diverse dalle nostre, oltre che essere fonte di enorme arricchimento, ti permette davvero di entrare in empatia con i tuoi interlocutori e, alla fine, raggiungere risultati win-win; essere resilienti, perché quando si hanno degli obiettivi chiari, bisogna sapersi adattare alle circostanze mutevoli e agli imprevisti, mantenendo ferma la bussola; dimostrare spirito di adattamento e capacità di reinventarsi, perché spesso contesti, e quindi persone, culture, religioni, lingue, abitudini diverse, non solo ci forniscono una palestra per allenarci a lavorare, interagire, stare bene in qualsiasi situazione, ma spesso ci danno l’opportunità di scoprire parti di noi stesse e di noi stessi che non conoscevamo.

Quali competenze chiave dovrebbe coltivare un Mentee per affrontare con successo cambiamenti rapidi e inaspettati in un contesto globale complesso?

Un consiglio che darei di getto è quello di continuare a studiare, leggere, viaggiare se si ha la possibilità di farlo, e mantenersi curiosi sul mondo, soprattutto verso ambiti, temi e materie lontani dal nostro percorso accademico e professionale. Oltre a quanto già detto, a livello di competenze mi sentirei di dire: intelligenza emotiva, per imparare a comprendere e gestire meglio le nostre emozioni e quelle degli altri, soprattutto in contesti di rapidi cambiamenti dove sembrano esserci pochi appigli, certezze e punti fermi; e capacità di ragionamento e spirito critico, anche per imparare a selezionare le informazioni chiave di fronte al flusso continuo di notizie, dati e contenuti che riceviamo ogni giorno, e che ci possono aiutare a leggere e interpretare il mondo che ci circonda senza esserne sopraffatti. Non so se queste possano poi definirsi competenze soft, ma mi sentirei di consigliare un sano e utile allenamento alla pazienza, alla riflessione, alla fiducia in sé stessi e negli altri, alla compassione – che mi sembrano quanto mai utili e necessari in un mondo segnato da conflitti profondi e tragici, e problemi complessi - come il cambiamento climatico - che minacciano la nostra stessa esistenza.

Come un Mentor può aiutare i Mentee a mantenere una visione a lungo termine e una mentalità positiva anche in presenza di sfide personali o professionali significative?

Sicuramente condividendo un po' della propria esperienza e della “saggezza” accumulata nel tempo. Tanti – forse la maggior parte - di quelli che oggi ci sembrano problemi insuperabili, ostacoli insormontabili e fallimenti, nel lungo termine si rivelano molto più innocui. Come dicevo prima, sfide personali o professionali sono anzi utilissime per aiutarci a crescere e fanno parte della vita. Quello che un Mentor può fare è dare chiavi di lettura per interpretarle, e accompagnare il Mentee nella costruzione della propria sicurezza e consapevolezza, con consigli, idee e mosse intelligenti. Per esempio, un consiglio utile, che mi sento di dare per esperienza a tutti i Mentee, è quello di trovarsi una community di riferimento, che condivide gli stessi valori e obiettivi, e magari anche esperienze passate e prospettive professionali future. A volte role models a cui ispirarsi, o semplicemente persone che hanno profili e percorsi, possono essere di grande aiuto e conforto in momenti complicati…e spesso fare la differenza.


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